lunedì, 8 Aprile 2019

Marzo – Aprile 2019

In questo periodo continuiamo con le attività iniziate già a gennaio e febbraio cioè pulizia del secco, potature varie e piantumazioni. Possiamo dire però che le temperature più alte e le prime gradite fioriture primaverili aiutano lo spirito e si lavora più volentieri. In particolare dopo le pulizie delle zone più infestate da edere e lonicere compaiono spazi dove ci affrettiamo a inserire peonie e iris, ma anche alcee, ibiscus, gladioli, viole e primule come tappezzanti. Per l’inserimento dei gigli aspetteremo ancora un po’, meglio non correre il rischio di un improvviso colpo di freddo.

In alcuni punti del giardino sono state inserite nuove varietà di rose che, vista la mancanza di pioggia è necessario non dimenticare di annaffiare. In particolare, va anche ricordato che, le rose arbustive e quelle rampicanti, per dare il meglio di se e per non essere costretti a capitozzarle, hanno bisogno di strutture sulle quali crescere liberamente. Un lavoro impegnativo, in questo giardino, riguarda proprio la manutenzione e l’eventuale ricostruzione di archi e tripodi. Conviene eseguire prima il ripristino delle strutture e solo allora procedere con la potatura e la sistemazione dei vari tralci della rosa.

È anche il tempo del risveglio delle varie piantine in vaso,  messe al riparo durante l’inverno. Bisogna decidere quali possono essere messe in terra e quali coltivare, eventualmente, ancora in vaso, dopo l’aggiunta di un po’ di terriccio concimato ed una bagnatura. Dal momento che le nostre piante sono parecchie, tra talee e semine, richiedono molte attenzioni e naturalmente tempo. Basti pensare che una peonia, per fiorire la prima volta, ha bisogno di essere coltivata per almeno 5-6 anni dopo la semina. Un giglio può aver bisogno di 4-5 anni, un iris ha bisogno di 3 anni come gli hemerocallis. Una rosa, come un ibrido di tea, può fiorire anche in meno di un anno ma il bocciolo va tolto per non mettere in crisi la piantina e in seguito, di rinvaso in rinvaso, coltivarla almeno 3 anni prima di affidarla alla terra.

In questi giorni stanno germogliando le rose che avevo seminato questo inverno, un evento che desta sempre un po’ di emozione. Si spera che fra quelle piantine ci sia magari una “rara avis” cioè una rosa di grande pregio, così come le definiva Domenico Aicardi, storico ibridatore italiano di rose. La strada per coltivare una nuova rosa, ma potrebbe essere anche una peonia o un giglio, nate da seme è lunga e non proprio facile ma anche questo fa parte della magia del giardinaggio.

 

Le bulbose, come i crocus e bucaneve, hanno finito le loro fioriture e, nel caso che siano disseminati liberamente anche nelle zone destinate al prato, conviene tagliare l’erba un po’ più alta del solito. Ciò permette alle loro foglie di continuare ad alimentare i bulbi per le future fioriture. Una particolare attenzione meritano le macchie di narcisi presenti in questo giardino con una ventina di tipi diversi. Dopo aver eliminato i fiori appassiti si procede ad una speciale raccolta in fasci del loro fogliame utilizzando come legature le foglie stesse. Tale condizione permette di mantenere una certa pulizia, il passaggio della luce sul terreno e l’arieggiamento e quindi anche la crescita e la fioritura di altre piante più tardive. Ovviamente il mantenimento delle foglie dei narcisi permette la loro funzione clorofilliana anche se raccolte in mazzetti e solo quando  questi si saranno seccati si potranno eliminare a meno che, nel frattempo, altre piante non abbiano coperto il tutto

 




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