Il curriculum verde di Valentina
Il giardino delle ortensie
Quando mi sveglio al mattino penso a cosa dovrò fare durante la giornata, ma prima di cominciare ad organizzarmi, scendo dalle scale e vado in giardino.
E’ questo il primo desiderio che ho alzandomi. Dalla veranda appaiono i cespugli colorati delle ortensie, e prima della loro fioritura ci sono le azalee.
Azalee ed ortensie si alternano nel giardino di forma rettangolare: è un piccolo terreno, circa 300 m2, ma quanto basta per sentirmi bene ogni qualvolta lo guardo. Un noce molto grande, ereditato nell’acquisto del terreno, 30 anni fa, occupa la parte centrale e tutt’intorno, lungo il perimetro si alternano, come ho già detto, azalee, ortensie, rose mutabilis, oleandri e altre piante. Anni fa la presenza del noce mi infastidiva, perchè lo trovavo ingombrante, ma poi pensando questo spazio senza di lui, sentivo che sarebbe mancato qualcosa, soprattutto la storia che aveva dietro di sé.
Abito in una villa a schiera e ho avuto la fortuna di avere due lati che confinano con dei muri, cosicchè sul lato di sinistra ho potuto far crescere la bignonia vicino alla casa, e in fondo c’è un’ortensia rampicante, che avevo visto la prima volta in una villa nel Lichtenstein, dove ero di passaggio, mentre stavo tornando a casa da un viaggio.
Sono stati fatti molti errori all’inizio, perchè non eranostate sceltele piante adatte, poi con il tempo, sfogliando riviste di giardinaggio, ho capito che bisognava trovare piante che amano la mezz’ombra. L’idea mi era venuta anchepasseggiando a Cividale, mio paese d’origine, dove avevo ammirato un giardino con numerosi cespugli di ortensie all’ombra di grandi e vecchi alberi. Così un po’ alla volta è nato questo giardino con queste caratteristiche. Sono soddisfatta, perchè è ciò che volevo, il giardino all’inglese: un grande albero nel mezzo e tanti fiori tutt’intorno.
Questo è il mio hortus conclusus, dove io mi rifugio e trovo conforto ogni volta che ne ho bisogno; quando ritornavo da scuola ed ero affaticata dalle ore di insegnamento, poter passeggiare fra le piante, curarle, togliere fiori secchi o altro, aveva il potere di allegerirmi da tutto lo stress accumulato durante il lavoro; ora sono in pensione e posso godermelo al mattino, in primavera e d’estate, facendo colazione sotto il gazebo: senza premura me ne sto seduta quanto voglio ad ammirare quello che la natura mi offre, e qualche volta di notte (naturalmente d’estate), quando mi sveglio e non riesco a riprendere sonno, vado a sedermi sotto il gazebo, e se c’è la luna i miei pensieri vanno dove vogliono, senza meta vagano nel mondo della fantasia che, nonostante l’età, è ancora fervida dentro di me.
Valentina