Mercoledì 15 luglio 2015
Cari tutti,
alla riunione di LUGLIO abbiamo avuto finalmente come relatori due vecchie e care conoscenze: Gianni & Susi, titolari del rinomato vivaio Susigarden ad Aiello del Friuli.
Gianni ha introdotto la serata parlando di terra e terricci, spiegando come l’esperienza di orticoltore (prima del vivaio aveva un’azienda agricola che produceva molti meloni) lo abbia aiutato a capire quali sono le problematiche delle piante legate al terreno.
Le caratteristiche più importanti di un buon terreno agrario sono la porosità (ossia la presenza di pori nei quali l’aria intrappolata garantisce la respirazione delle radici), il drenaggio, la capacità di scambio cationico e la fertilità. Il cattivo drenaggio è la causa della morte inattesa di molte specie più sensibili – per esempio Phlox e lupini – durante inverni piovosi, a causa dei funghi del colletto. La capacità di scambio dà un’indicazione degli elementi assorbibili per le piante. Di questi elementi alcuni sono necessari in maggiore quantità: sono i macroelementi citati sui sacchi di concime, cioè azoto N (per la crescita delle parti verdi), fosforo P (per la radicazione) e potassio K (per i frutti); altri servono in quantità minime ma indispensabili se si vogliono evitare sintomi di carenza, per esempio molibdeno e boro.
E’ importante lavorare il terreno quando non è né troppo secco né troppo umido, e comunque non lavorarlo troppo in generale, affinché non perda la sua struttura. Lavorazioni troppo profonde (che usavano un tempo ma sono ormai fuori moda, aggiungo io!) sono negative, perché gli orizzonti del suolo vengono invertiti e la microflora che vive in presenza di ossigeno viene portata in condizioni di anaerobiosi e viceversa.
Per mantenere la fertilità, oltre alla concimazione, abbiamo a disposizione un’altra opzione: interrare i residui colturali per introdurre nel terreno sostanza organica che lentamente si decomporrà. E’ quello che si fa di proposito con il sovescio, l’interramento di una coltura ad hoc quando è ancora verde, di solito una leguminosa come il pisello proteico o una crucifera come la senape, che aiuta anche a risanare il terreno da patologie.
In termini di concime l’ideale è sempre il tanto celebrato letame di cavallo, che va distribuito in superficie e mescolato ai primi 10-15 cm di terreno, rigorosamente durante i periodi freddi – in passato novembre, oggi potremmo dire gennaio – se vogliamo evitare un’immediata ripartenza vegetativa della pianta, che poi la renderà più sensibile ai primi geli.
In vaso dobbiamo invece saper scegliere la tipologia di terriccio più idonea. Una caratteristica fondamentale di un terriccio è la stabilità, ossia la capacità di non degradarsi velocemente e, quindi, di non restringersi lasciandoci uno spazio vuoto tutto intorno al vaso.
A questo proposito l’optimum sono le torbe bionde o chiare, che sono quelle meno degradate che danno struttura; a queste è bene aggiungere comunque della torba nera o scura, che nutre la pianta ma è molto decomposta, quindi ha anche il problema che se si asciuga diventa impermeabile all’acqua. Le torbe brune sono quelle intermedie tra le nere e le bionde.
Gianni & Susi per il loro vivaio usano un terriccio fatto fare su misura e messo a punto negli anni, composto principalmente di torba bruna irlandese generata da erica, ma anche di minori quantità di torba bionda baltica e fibra di cocco (che non si degrada e non si asciuga mai completamente). Per piante a ciclo lungo come le perenni viene aggiunta un po’ di agriperlite, che evita compattamenti.
A questo punto Susi ci ha mostrato alcuni esempi di vasi, ciotole e vasche realizzati con le piante del vivaio, ma anche altri esempi di belle combinazioni di forme e colori fotografate all’estero. Quando ci si accinge a preparare un vaso o una ciotola, va considerata innanzi tutto l’esposizione che si ha in termini di sole/ombra; in secondo luogo si considereranno gli aspetti estetici: forma della pianta, colore dei fiori e delle foglie, tessitura. Si potrà decidere di lavorare con un’unica pianta in massa, con più varietà della stessa pianta oppure con molte piante diverse, accostate in base all’armonia o al contrasto. In questo caso si sceglierà in genere una pianta centrale fondamentale, e poi le piante più basse che la dovranno accompagnare. E’ fondamentale considerare il tipo di crescita di ognuna (alta, larga, ricadente) perchè, per quanto si sappia, a volte si sbaglia con le nuove varietà: certe piante risultano nella composizione troppo vigorose, troppo alte o troppo larghe, non permettendo uno sviluppo equilibrato delle altre sorelle di ciotola. Susi ci ha mostrato molte delle numerose annuali coltivate in vivaio: petunie, Pelargonium, Sunpatiens, Cosmos, Zinnia, Cleome, Scaevola, Lobelia, ma anche perenni ricadenti come Muehlenbeckia e Helichrysum petiolare. Non avendo a disposizione le foto di Susi mi permetto di mandarvi alcune foto che avevo in casa!
Gianni& Susi hanno concluso la serata raccontandoci di alcune forniture ‘importanti’ che hanno fatto negli anni, come quella di tutte le piante per la risistemazione del giardino storico della nota Abbazia di Cervara vicino a Portofino, scenario di costosi matrimoni: http://www.cervara.it
Concludo ricordandovi che ad agosto saremo in ferie, quindi la prossima riunione sarà in SETTEMBRE. I primi appuntamenti autunnali saranno la mostra di Villa Manin nei giorni 12-13 settembre e la giornata di scambio semi & piante a ottobre presso uno dei nostri soci.
La sera del 7 agosto, inoltre, come Amici del Giardino Lucio Viatori stiamo organizzando un concerto per pianoforte all’aperto nel giardino, a Gorizia. Vi manderemo il programma appena pronto…partecipate numerosi!
Buona estate,
Elisa