Mercoledì 26 maggio 2017
Resoconto conferenza mercoledì 17 maggio 2017 ALESSANDRA CHERMAZ
CHI CURA CHI?
Far crescere le piante ci aiuta a vivere meglio, la riabilitazione attraverso la natura.
Appassionata di piante e giardini da sempre, ha seguito dei corsi alla scuola di Agraria del Parco di Monza come garden designer, in quell’occasione per la prima volta sentì parlare della Horticultural Terapy-HT , come fare giardini accessibili a tutti, dare supporto ai disabili con tecniche di orticoltura e giardinaggio. Essendo una persona abbastanza sensibile, pensava che non fosse adatto a lei accostarsi a persone che avevano problemi e al momento non aveva preso in considerazione . Successivamente era stato aperto un centro per i malati di Sclerosi Multipla a Trieste ed era stata invitata a partecipare. Lavorando all’Istituto Regionale Rittmeyer per i ciechi di Trieste, centro per non vedenti con plurihandicap, iniziò a mettere insieme la passione per le piante e la possibilità di aiutare qualcuno attraverso le piante, “ forse questa è la mia strada,” disse, alla fine decise di andare a New York per un corso di formazione come terapista orticolturale.
Sappiamo tutti quali sono i benefici del verde:
benefici fisici – miglioramento del microclima, purificazione e qualità dell’aria, la riduzione del rumore, controllo dell’erosione…
vantaggi estetici e culturali – giardini, orti Botanici…
valori economici – il valore della casa aumenta con il verde.
Benefici psicologici e sociali – Il miglioramento delle capacità cognitive dei bambini, l’accelerazione della guarigione nei centri ospedalieri dove la vista del verde attraverso le finestre il paziente ha un recupero più veloce e meno bisogno di antidolorifici.
La riduzione dell’assenteismo alla migliore qualità del lavoro, diminuzione dello stress, diminuzione dei conflitti domestici, case e condomini con parco e giardino c’è molta meno violenza nelle famiglie, diminuzione degli incidenti stradali…
l’immagine del giardino come luogo di incomparabile bellezza per trascorrere una vita serena e felice è antichissima nella storia dell’essere umano ed ha inizio dal principio del paradiso terrestre, i giardini infatti iniziano la sua storia, come luogo di cultura, proponendo l’aspetto religioso come elemento primario infondante.
Gli alberi hanno sempre affascinato l’uomo per la loro pluri-centenaria longevità, la potenza espressa dai loro tronchi poderosi, la loro maestosa chioma, le radici che penetrano nelle inesplorate profondità della terra. Nelle antiche civiltà gli sono state attribuite caratteristiche di sacralità e dimora di Divinità immaginarie.
L’olivo è considerato il simbolo della pace presso molti popoli della terra.
Nella mitologia dei Greci, dei Romani, dei Celti e di altri popoli erano numerose le specie di alberi sacri collegati a diverse Divinità: la quercia di Zues, l’Olivo ad Atena, Il mirto ad Afrodite, il fico a Dionisio, il cipresso a Plutone.
Particolare significato è stato attribuito presso varie religioni all’albero cosmico, in alto erge le radici e in basso volge i rami. Esso è rappresentato da varie specie: la quercia presso i Galli, il tiglio in Germania, il frassino in Scandinavia, l’olivo nell’Islam, la betulla e il Larice in Siberia, il ficus religiosa in India.
Perché un giardino può curare…la risposta è semplice, all’interno del nostro organismo non c’è scissione tra corpo e mente. il giardino predisponendo al bello, alla pace, alla quiete, infonde nel nostro corpo il benessere, il medico cura la natura guarisce.(Citazione di Aristotele). Il vero utilizzo della terapia Orticulturale risale all’Antico Egitto, i medici prescrivevano alle persone con disagi mentali di camminare nei giardini dei palazzi. I primi riferimenti sono stati reperiti in un monastero Irlandese e risalgono al 1.300. Successivamente si hanno solo notizie sporadiche, fino a quando Benjamin Rush padre della psichiatria americana a fine del 700 affermò che lavorare il terreno e coltivare le piante aveva un benefico effetto sulla salute mentale. Le sue scoperte furono considerate così innovative ed efficaci che si diffusero ben presto dappertutto negli Stati Uniti ed anche in Europa. Nel 1879 il Friends Hospital installò la prima serra con scopi esclusivamente terapeutici. Nel 1959, il New York University Medical Centre, rinominato Istituto di medicina riabilitativa Rask, iniziò un programma di terapia orticolturale nella serra annessa appositamente costruita. Questo centro continua ancora oggi la sua attività ed è famoso in tutto il mondo.
L’approccio alla malattia e alla salute attraverso la medicina tradizionale rappresentano un successo della scienza moderna e contemporanea. Viviamo in una società farmacocentrica senza dubbio caratterizzata dall’eccessivo ricorso al farmaco, spesso invece di cercare al nostro interno la soluzione ai problemi, finiamo col cercare una sostanza chimica. Molti di noi soffrono di un disagio degeneralizzato misto di ansia, fatica, stanchezza, solitudine che la scienza medica non riesce a sanare. Sono in aumento le malattie psicosomatiche, il nostro primo pensiero è ricorrere ai farmaci per stare subito meglio, non possiamo permetterci di star male, per il lavoro, per la vita quotidiana dobbiamo sempre stare bene tornare subito al lavoro ed essere produttivi.
Una passeggiata nel parco, star seduti sotto un albero, ci aiuta a “staccare la spina” Ammirare un fiore con la presenza totale della mente e del corpo ci allontana dalla situazione che ci preoccupa. Da studi fatti, la sensazione di pace, tranquillità, serenità si instaura nel giro di pochi minuti. Stare all’aria aperta è un potente antidoto allo stress cronico, previene e controlla l’ipertensione. Le attività del giardinaggio, inducono al movimento e di conseguenza sono di supporto alla fisioterapia. Lavorando in giardino ci esponiamo ai raggi del sole favorendo l’assorbimento della vitamina D che ci aiuta a prevenire l’osteoporosi. Quando si lavora in giardino la mente si libera di qualsiasi problema contingente, si viene completamente assorbiti da quello che si sta facendo. Le piante hanno la facoltà di catturare l’attenzione involontaria e la mente si svia…nel giardino non esiste la fretta, il tempo ha un suo valore.
Nelle persone anziane non va trascurato l’importante effetto di stimolo che le piante danno sullo stato precario di salute e la perdita delle forze. Nelle case di riposo, persone che erano attive cadono in situazioni di depressione, avere delle piante sulla finestra è un piccolo stimolo a prendersi cura delle piante ad andare avanti…
Il contatto con la natura ci risveglia i cinque sensi, alberi, fiori e colori, che cambiano con il mutare delle stagioni ci aiutano a migliorare il senso della vista. lavorare in giardino, si favorisce cognizioni motorie e la percezione dei sensi che nella vita quotidiana stiamo perdendo, la fragranza dei fiori stimola l’olfatto. Soprattutto per chi vive in città c’è sempre un rumore di fondo, (metropolitana, traffico) fare una passeggiata nel parco ascoltare il suono del canto degli uccellini, il rumore dell’acqua che sgorga da una fontana ci aiuta a ritrovare l’udito. L’ambiente, le piante ci danno materiale per abbassare lo stress lavorativo per recuperare il tatto. La maggior parte dei bambini oggi non sanno fare le capriole, non si siedono sull’erba…
l’albero rappresenta la comunicazione tra cielo e terra, con il fusto si arriva verso l’alto e con le radici rimane ancorato alla terra. Ha l’equilibrio corpo spirito, che tutti noi dovremmo avere, piedi saldi per terra, praticità e logica, apertura mentale, duttilità e capacità di adattamento.
Nella seconda parte della conferenza, Alessandra ci ha raccontato la sua entusiasmante esperienza a New York, per diventare terapista orticolturale ed in seguito portare la sua esperienza innovativa anche in Italia ed in Europa. Ha avuto la fortuna di avere come docente Gary Linkoff, travolgente professore di botanica che andava in giro per il mondo con i suoi studenti alla ricerca di piante sconosciute e sperimentare tutte le proprietà.
Presso l’Orto botanico di Trieste, ha adottato diverse tecniche disciplinari facendo riabilitazione con l’uso della terapia orticolturale a ragazzi e persone affette da disabilità intelllettiva e mentale.
Spesso le famiglie per troppo amore diventano iperprotettive con i figli portatori di handicap, rendendoli fragili, passivi nella vita quotidiana.
Alcune discipline applicate da Alessandra in un percorso di autonomia, per stimolare, migliorare la cura di se stessi e imparare a volersi bene. Sensibilizzare le percezioni olfattiva, tattile, gustativa, uditiva…
Il gruppo di ragazzi arrivava la mattina con il pullmino, avevano iniziato a fare merenda assieme ai docenti, il che li rese molto felici .C’è stato un intervento della RAI TRE, il giorno dopo hanno visto il servizio in TV, erano tutti entusiasti, si trovavano al centro dell’attenzione. Questa è stata una bellissima esperienza.
Per sensibilizzare il tatto ha adottato delle divise di lavoro con i bottoni, il primo approccio con la terra è stato con i guanti, poi piano piano venivano invogliati a togliere i guanti e prendere contatto con le mani nella terra. Hanno imparato a riconoscere gli attrezzi, toccando imparavano a conoscere e diventava una grande soddisfazione per loro. Fare un percorso con la carriola, all’inizio vuota e su un rettilineo, poi con le piante su un percorso a curve per migliorare l’equilibrio.
L’orto Botanico dispone di circa 6.000 mq di terreno tra giardino/orto/frutteto. Alessandra aveva adottato un’aiuola vicino al confine dove i ragazzi sperimentavano il ciclo delle piante e avevano modo anche di dialogare con le persone di passaggio.
Per stimolare sempre profumi nuovi, aveva aggiunto alle solite piante aromatiche, basiilco, timo ,rosmarino, salvia, menta, melissa…altre varietà, basilico greco, timo limonato…
Aveva sostituito merendine industriali raccogliendo con i ragazzi la frutta direttamente sugli alberi recuperando il profumo e il gusto, sostituito le bibite gassate con tisane fatte con erbe aromatiche e frutti di bosco raccolte nell’orto, creando una serie di emozioni, migliorando le abitudini alimentari.
Le molte attività con le piante, imparare i nomi, ricordarsi un nome scientifico, fare un diario giornaliero delle semine, per sensibilizzare la memoria.
il ciclo delle piante, semina, cura, crescita, raccogliere i frutti, i semi, morire…
un ragazzo si era particolarmente affezionato a delle piante di pomodoro, arrivato l’autunno la pianta incominciò ad ingiallire e perdere le foglie, lui non si rassegnava a lasciarla andare, era disperato, continuava a bagnarla… la natura ha fatto il suo ciclo e lui ha dovuto accettare la situazione. Queste piccole frustazioni ci aiutano a prendersi delle piccole responsabilità, a diventare grandi.
Abbiamo terminato con l’ultimo episodio, il degrado ambientale:
in un’area molto degradata in cui c’erano solo cicche e deiezioni di cane, Alessandra ha
sperimentato un giardino misto Zen. Con molta sorpresa dopo tre anni le piante erano rimaste, il giardino era stato rispettato. Soprattutto nelle città ci sono molte aree degradate, e bisogna invogliare i cittadini a migliorare e curare anche le aiuole pubbliche. Abbiamo constatato che il degrado porta degrado!