Ghiaccio e vento secco: bagnare o non bagnare le piante?
I consigli dei nostri soci prendono spunto da delle domande di Maria Antonia
“Cari Amici, vi chiedo se con queste temperature le piante possano essere bagnate. Ho molte piante in vaso generalmente resistenti al freddo quindi lasciate in giardino che stanno soffrendo perchè il vento di questi giorni ha asciugato il terreno, ma la temperatura è molto rigida e purtropppo dove si è formato il ghiaccio durante il giorno non si scioglie. Cosa fare?“
Ecco i consigli dei nostri “soci esperti”:
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Carissima è un bel problema, devo dirti che ho perso molte piante proprio a causa di questo dilemma. Se si bagna sicuramente il terreno e le radici congelano se non si bagna la pianta può morire disidratata. La soluzione potrebbe essere quella di bagnare e poi assicurare il ricovero o una copertura di fortuna per impedire l’effetto del ghiaccio. L’altra soluzione è non bagnare e fidarsi della rusticità delle piante. Nell’inverno in cui la temperatura è scesa a meno 15° C ho perso tante rose in vaso e la Rosa laxa che è piuttosto rustica. Sono morte però anche piante che si trovavano nella terra in giardino. Sicuramente è importante prevenire pensando che i nostri inverni possono essere molto severi. Potrebbe essere una soluzione riunire tutti i vasi e coprirli abbondantemente con fogliame, paglia o anche segatura da togliere alla fine del freddo.
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Secondo me se il terreno e completamente gelato bagnare non serve a nulla, a maggior ragione se le piante sono in vaso. Finora (vedremo domani mattina!) le temperature minime non sono state eccezionali. Come dice giustamente Romeo nel 2009 e nel 2010 le punte minime sono state molto piu basse…quest’anno sono le massime (sotto zero da 3 giorni!) che sono eccezzionali, da martedi si dovrebbe tornare sopra lo zero almeno di giorno anche se pare che ci sara un colpo di coda del freddo a fine settimana tra il 10 e l 11 febbraio. Il problema a mio avviso è l’effetto disseccante del vento nelle zone esposte, soprattutto sui sempreverdi o su tronchi e rami non ben lignificati (come i rami delle rose cresciuti in autunno e non cucinati dal sole estivo). Le piante resistenti alla siccitá, tipo le mediterranee, credo che abbiano una chance in piu rispetto a sempreverdi con foglie grandi. L’unica cosa che mi fa sperare bene è che tutto questo freddo è venuto al culmine di un periodo secco ed in realtà è stato abbastanza graduale e si è presentato in inverno avanzato…questo per dire che le piante erano gia “stressate” e “abituate” al regime invernale. Nel 2009 e nel 2010 invece le forti gelate erano venute a meta dicembre, a inizio inverno, dopo un lungo periodo mite di pioggie e scirocco. Il gelo in quelle occasini ha fatto cosi tanti danni proprio perché le piante erano “impreparate” al rapido calo di temperatura (molte erano ancora in fiore!)
Aspettiamo il disgelo e speriamo bene…io sono attaccato giorno e notte ai siti metereologici…vi lascio immaginare la sofferenza a non essere li a coprire e pacciamare…e a stressare quel santo di mio padre che con tanto di bora mi ha coperto almeno le cose piu delicate…sperando che serva a qualcosa.
Io non bagnerei!
Il fatto che le foglie siano disidratate (come per il rododendro ad esempio) è una difesa della pianta dal freddo. La pianta elimina l’acqua nei tessuti per concentrare i sali nella linfa. L’acqua pura gela a 0° C ma la linfa, che è acqua e sali, gela a temperatura inferiore allo 0…e piu alta è la concentrazione dei sali tanto più l’acqua (la linfa) gela a temperature sempre piu al di sotto dello 0 (aumentare la concentrazione di sale nelle cellule della pianta è come mettere l’antigelo nel motore…stesso principio!) Anche gli ellebori e i bucaneve fanno lo stesso…quando gela forte i fiori sono competamente distesi sul terreno, disidratati…per poi ritornare su quando il gelo passa.
Che senso avrebbe poi bagnare se l’acqua è gelata? La pianta non riesce ad assumerla comunque! Metter acqua tiepida non cambia nulla…scioglie a mala pena il ghiaccio in superficie e con bora a 120 km/h si raffredda in 10 secondi e dopo 10 minuti è un blocco di ghiaccio. Fate bene a tirare dentro le gardenie…quelle tengono qualche grado sotto lo zero per brevi periodi ma non di piu…e di certo non amano la bora e tantomeno la siccità (sono piante subtropicali!). Il plumbago tiene benissimo il secco e di solito ributta dalla base, in particolare se la base è pacciamata e non gelata fino in fondo. Metrosideros, limone, arancio…sono piante che resistono al secco…se resistono in estate…perche non dovrebbero resistere in inverno? Cistus, salvia, rosmarino, phlomis…per nominarne alcune…resistono MOLTO meglio al freddo se sono asciutte. Altre, tipo alloro, corbezzolo, leccio, ligustro, bambu, osmanthus…potranno anche perdere parte (o molte) delle foglie ma le rimettono in primavera…e di certo non soffrono il secco.
Coprire le piante con una coperta di lana non serve…serve giusto a rompere i rami con il suo peso! La pianta di per sè non produce calore, è una pianta, non è un “animale”. L’unico calore che si puo sperare di trattenere con una copertura è quello che viene ceduto ad esempio da un muro o dal terreno, che si raffreddano (cedono calore) più lentamente dell’aria. Se non si ha una “fonte di calore”, l’unica cosa è limitare i danni dovuti al vento con una copertura leggera in tessuto non tessuto o in plastica (plastica solo per brevi periodi…perche quando c’é il sole si scalda troppo!). Bisogna coprire bene fino alla base la pianta in modo che una zona di terreno (o di muro) stia dentro l’involucro…è chiaro poi che se il freddo è prolungato il terreno alla lunga si gela e il muro si raffredda e anche questa soluzione non è che abbia una grande utilita contro le basse temperature. Quindi, se c’è una sola notte di gelo intenso l’inerzia termica del muro o del terreno salva la pianta perche la tiene calda, ma se il gelo è prolungato (vari giorni) la temperatura all’interno della copertura sará la stessa che c’é all’esterno! L’unica utilità rimane però la protezione contro l’azione disidratante del vento gelido…quindi…se la pianta si adatta al freddo e puó essere protetta contro il vento la copertura serve…se la pianta non è rustica…cioe non resiste a basse temperature la copertura è comunque inutile (a meno che non si metta una stufa dentro alla copertura!)
Scusate la saccenza che vuole essere solo costruttiva e scusate i pensieri sconnessi e incasinati…
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Penso anch’io che le mediterranee, non essendo bagnato il terreno, avranno una chance in più tutto sommato. Per il resto…staremo a vedere, e speriamo bene, tanto non possiamo farci niente per il momento. Saluti a tutti i giardinieri preoccupati, con i quali condivido questo senso di impotenza.
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Volevo dire la mia da dilettante riguardo al freddo. In occasione del grande freddo di due anni fa, un vivaista mi aveva detto che la moria di diverse piante che c’era stata, era dovuta, secondo lui, al fatto che il terreno era bagnato per precedenti pioggie e quindi il freddo aveva congelato ed ucciso le piante. Se ho capito bene, quindi bisogna considerare, come aveva detto Annmaria Mitri, se il tempo era stato secco o piovoso. Riguardo agli uccelli, anch’io avevo notato una diminuzione nella loro presenza (finora ho visto solo cinciallegre, fringuelli, tortore, passeri, e pettirossi) ma ho pensato che forse ciò è dovuto al fatto che riescono ancora a trovare cibo da soli, dal momento che il terreno è libero da neve e ghiaccio, almeno qui da me.
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Ho letto con molto interesse le risposte ed i consigli dati a Maria Antonia; che chiedeva come comportarsi con le piante in questo periodo di grande siccità e gelo persistente. I consigli e le risposte che ho sentito, sono quelli che di solito il buon senso ed il sentire comune dice: “quando gela non si bagna”. Mettendo fra “virgolette” che una temperatura che scende di molto sotto la zero, mette seriamente a repentaglio la vita di alcune delle nostre amate piante che per loro peculiarità no sono abituate, a gelate specialmente se prolungate nel tempo. Se a questo aggiungiamo una lunga siccità ed un vento gelido quasi persistente, “Dio ce ne scampi!!!” Io però da sempre, ricordando i consigli del vecchio giardiniere di Gemona (giardino e giardiniere se ne sono andati per sempre col terremoto del 1976) ed ascoltando i consigli del attuale vivaista di Artegna, con cui diverse volte ho parlato di questo problema….ebbene loro per quanto possa sembrare assurdo, “sempre” mi hanno consigliato di bagnare le piante, mi hanno sempre ripetuto, che esse muoiono (se c’è siccità) di sete e di disidratazione e non per il gelo (di solito d’inverno si tende a non bagnare anche se c’è siccità) e questo è un grave sbaglio. Anzi specialmente se gela “al bisogno” bagnarle abbondantemente. Io da sempre faccio questo, ed intendiamoci, non dico di essere nel giusto! Ma…non ho mai perso una pianta. Proprio oggi che c’era il sole, al mattino ho bagnato, (azalee, rododendri camelie, oleandri, anche in vaso, eccetto che le bulbose) ovviamente tutte le piante sono coperte da uno spesso strato di pacciamatura e quelle in vaso sono state portate in posti riparati ma all’aperto. D’altronde, proprio in mezzo alla vasca dove coltivavo le ninfee, ci stà un putto da dove d’estate zampilla l’acqua, ebbene alla sua base dove c’era un pò di muschio è nata 15 anni fà una piantina che ora è un alberello bello e rigoglioso, che io ho lasciato, perchè penso che proprio per l’insolito posto in cui è nato meriti di vivere; ebbene, lì non c’è un filo di terra, le sue radici che hanno circondato la statua, vanno giù un metro e mezzo sott’acqua a nutrirsi della melma delle ninfee, ovviamente le radici si immergono nel ghiaccio, e se lo vedete ora, sembra proprio dal ghiaccio che egli nasca…ma mai e dico mai, con mia grande meraviglia, ha sofferto alcun chè, mi fa tanta tenerezza ma lui sembra stare benone; questo cosa mi insegna??? Comunque come dicevo prima, questo io faccio, ma non sò assolutamente se sono solo fortunata o se sono nel giusto. Meglio di tutto sarebbe giusto seguire il pensiero di Anna Maria, “lasciare che tutto si arrangi da solo! “Comunque se noi certo non ridiamo, il resto dell’Italia piange! Siamo forse sorpresi di quanto siamo vulnerabili? della precarietà e fragilità di questa tecnologissima nostra civiltà? Di questo mondo sempre più artificiale? Dov’è ora il dominio dell’uomo sulla natura? Chiniamo il capo e cerchiamo di tornare tutti a convivere con i disagi e i rallentamenti “incontrastabili” che la natura quando vuole ci dà. A sentire i telegiornali sembra che un cataclisma si sia abbattuto in questa nostra meravigliosa ma già (visto i tempi) sventurata penisola. Ma è solo inverno, forse più duro e più tosto di altre volte, solo un inverno che in tempi anche non lontanissimi pur senza i nostri mezzi avrebbero dato per scontato, e…non è finita! Ma noi divenuti per quanto riguarda la natura…oziosi, superficiali, irresponsabili, in questo caso non possiamo premere un pulsante e…cambiare canale.
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Torno sul discorso del bagnare ripreso da Roberta con un punto di vista diverso. Anch’io penso che il secco non faccia mai bene. Ad esempio perchè il rododendro è tanto brutto? Solo per il freddo,? Penso voglia acqua, e così pure il falso gelsomino, e l’arancio e tutte quelle piante che hanno un aspetto sofferente. Ma se l’acqua gela in torno alle radici, non è forse un male? Avevo un bellissimo cestrum nocturnum. Mi è morto due inverni fa quando l’acqua era tanta. Ho telefonato a Pietro Puccio che per chi non lo sapesse è un gran giardiniere di Palermo che è particolarmente attento all’ambientamento delle piante mediterranee e tropicali. Lui mi ha detto che l’umidità prolungata ed eccessiva aveva causato la morte del cestrum e non il freddo (1°-2° C sotto zero sotto zero). Tuttavia ancora non ho le idee chare. In conclusione, mentre attendo la seconda ondata di gelo ho tirato dentro faticosamente le due gardenie e le ho bagnate. Non vi dico l’allegria della gente di casa per quei due cespuglioni, ma li lascio dire: non voglio perderle. Lo stesso non posso fare con il metrosideros che è in terra: allora io domani lo bagnerò con acqua tepida un pochino (quel tanto che le radici possano bere completamente) e ci metterò sopra una coperta di lana da buttare. Bagnerò con poca acqua tepida il rododendro, il limone e l’arancio e poi che tutto vada come vuole. La plumbago pur riparata è partita. A proposito di Pietro Puccio, guardate su internet. É un personaggio da contattare. Anni fa mi ha mandato semi di tecoma stans che hanno preso benissimo, ma le piante non hanno superato l’inverno. Scusate se vi annoio, ma non ho altri cui parlare di queste pene.
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Anch’io NON bagno anche se soffro nel vedere le mie piante in difficoltà! Ho apprezzato i vari interventi su questo tema con la descrizione delle diverse esperienze personali. Ringrazio poi Matteo per le sue argomentate spiegazioni.
Anche Lella chiede aiuto per il suo gelsomino (Rhyncospermun jasminoides)
“ecco alcune foto dei rami del gelsomino dopo il freddo (-10° C) e la bora dei giorni scorsi ad Opicina. Le fessurazioni sono presenti solo sulla pianta esposta maggiormente alla bora, l’altra sulla colonna a sud della terrazza è indenne. Non è stata mai bagnata ma la corteccia è molto fessurata e si vede la parte sottostante. C’è la farà? Non mi resta che aspettare la primavera sperando di si“
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I rami fessurati sono persi (sono tutti fessurati?), comunque, anche se il trachelospermun resta senza foglie, dovrebbe ributtare dei tronchi…e di solito in modo molto vigoroso. Se ha perso tutti i rami terminali è probabile che non fiorira quest’anno…ma è un buon metodo per “ringiovanire” la pianta. Aspetta a tagliare! Taglia solo quando vedi dove la pianta ributta (credo non prima di aprile inoltrato).
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Stessa situazione l’abbiamo osservata, in occasione del freddo di 3 inverni fa, sul nostro pittosporo. Non abbiamo fatto altro che aspettare il momento della rivegetazione che ha rivelato quali erano i rami secchi e quali erano ancora vitali, a quel punto si può eseguire una potatura di pulizia reimpostando un po’ la pianta. Non resta che avere pazienza.