Il curriculum verde di Manuela
Il mio è un piccolo giardino interno che è il frutto della lenta trasformazione di un cortile di ghiaia in “spazio verde”.
Io e mio marito abbiamo lottato per anni per bonificarlo dai diserbanti che sicuramente sono stati impiegati in modo copioso in passato e cercato di sostituire la ghiaia con terra.
Un bruttissimo muretto di confine è stato nascosto in breve tempo da una vigorosa vite americana (paternocissus tricuspidato), che posta in competizione con altre piante, ha preso il sopravvento spadroneggiando alla grande. Con mio grande dispiacere, abbiamo dovuto toglierla in favore di uno spazio verde più articolato, anche se sono le rose le piante più numerose ed importanti.
Ho piantato queste quasi di nascosto in quanto mio marito era stufo di fare buchi e, ragionevolmente, mi faceva notare che ne stavo piantando troppe. Per mia figlia, invece, erano un brutto ricordo in quanto da piccola era caduta su un roseto e si era fatta parecchio male. Anche se il resto della famiglia era contrario io continuavo ad acquistarle (Clair Matin, The Generous Gardener, White Meidiland, Pierre de Ronchard, Pink Queen, Sally Holmes, Stanwell Perpetual, Sebastian Kneipp, Kazanlik, Roxbourghin plena, M.me Alfred Carriere, Souvenir de la Malmaison…) e la scelta era sempre emotiva e non troppo ponderata. Quando arrivavo a casa entravo prima di soppiatto in cortile per nascondere le piante e poi finalmente entravo in casa a mani vuote. Questo sotterfugio ha fatto sì che le rose si vendicassero e ora sono loro che hanno il sopravvento.
Una volta raggiunta la pensione il mio sogno era di godere del giardino magari seduta a leggere un libro.…ma fianco a questo “spirito giardiniere” mi sono riscoperta pellegrina/viaggiatrice e i due lati non sono facilmente coniugabili.
Manuela