Il curriculum verde di Piero
Così è nato il mio giardino.
Abito verso la bassa pianura friulana, in una casa isolata alla periferia del paese.
Sul lato nord della casa c’era un piccolo frutteto con diverse varietà di mele ed un filare di noccioli. A ovest un piccolo giardino era sul fronte della casa , aveva uno stile vagamente italiano, una stradina in ghiaino dalla casa andava verso la strada tagliando in due settori l’area, ai lati c’era una siepina di bosso. All’interno, in forma simmetrica c’erano due piante di Tasso potate a cono, quattro Palme, due Nespoli del Giappone, due Ligustri. Con il tempo, essendo cresciute, si dovette estirpare alcune lasciando i Tassi ed i Nespoli. Verso la metà degli anni sessanta, venne abbattuto tutto il frutteto divenuto ormai vecchio ed è qui che incomincia l’avventura del giardino.
Avevo davanti a me un’area di circa 600 mq. completamente scoperta, un sentimento di angoscia mi colpì non sapendo da dove e come cominciare. Avendo studiato agraria avevo una discreta conoscenza delle piante ma non sapevo quali e dove piantare e quale stile dare al giardino. Mi abbonnai allora al mensile “Il giardino fiorito”, all’epoca era l’unica rivista di giardinaggio, acquistai qualche libro ed un po’ alla volta le mie conoscenze migliorarono.
Contemporaneamente iniziai a visitare vivai prendendo conoscenza delle specie e delle varietà che potevano servire al mio scopo. E venne il momento degli impianti, incominciai con le Betulle, la Magnolia soulangeana, il Maggiociondolo e dato che non avevo fretta rimandai altri impianti negli anni successivi in modo da essere sicuro di quanto facevo. Nonostante queste precauzioni più volte dovetti intervenire spostando delle piante che non mi soddisfacevano della loro collocazione.
A questo proposito mi accadde un anno, in occasione di un mio anniversario, allegato al biglietto di auguri dei miei figli, trovai una vignetta in cui le piante, anziché essere fissate al terreno, erano sostenute su ruote ed un omino che le trasferiva da un posto all’altro del giardino, era chiaro che quell’omino ero io.
Ora che sto diventando “diversamente giovane” (nuova definizione che sta per anziano o vecchio secondo la gioventù) cerco di ridurre le piante perenni e privilegiare gli arbusti poiché richiedono meno lavoro; introduco, per quanto mi è possibile, le piante le cui foglie hanno una colorazione autunnale interessante così per avere colori il più possibile prolungato nel tempo.
Oggi il giardino ha circa quaranta anni, non è completato perché ci sono alcune zone che non mi soddisfano ed aspetto che mi si illumini un’idea nel cervello. Mi piace avere e conoscere più specie e varietà per cui sono spesso a sostituire piante con altre nuove (attualmente ne possiedo circa 250) è un giardino in evoluzione, più dinamico che statico.
Piero