Il vecchio mandorlo
È un vecchio albero, credo abbia più di cent’anni. Fa anche le mandorle e noi con dei lunghi bastioni percuotiamo gli alti rami, ma raccogliamo ben poco. Più abili sono gli scoiattoli e le cornacchie. Certi anni abbiamo trovato dei mucchietti di gusci bucati ai piedi della pianta: bottino ben nascosto da un intricatissimo rosaio Clair matin.
Quest’anno però nessuno guardava in alto e solo una vicina mi ha richiamato perché lo guardassi, poveretto, fiorito nel freddo che finalmente è arrivato. È rosa ma i fiori sono senza splendore ed è li che sembra dire: ”Il mio dovere l’ho fatto, mi spiace di apparire così striminzito”.
Tutto dipende dal tempo: questa matta stagione non finisce di stupirci.
Non ricordo di aver mai visto tante fioriture in gennaio ed il fatto più buffo è che convivono fioriture primaverili con quelle autunnali.
Per quanto riguarda le rose ha appena finito di fiorire la Iceberg, stanno fiorendo la Penelope, la Clair matin e tutte hanno qualche timido bocciolo che sta lì e non sa bene che fare.
Sono in gran fioritura i viburno tinus, le camelie, gli ellebori, i bucaneve, perché forse è quasi la loro stagione. Come anche è la stagione dell’edgeworthia che richiama con i suoi ciuffetti giallo oro e attira con il loro profumo.
E c’è anche la daphne odora variegata, profumata e bellissima, anche se i fiori appaiono quest’anno piccoli e pallidi. Ma il profumo è quello, quasi esagerato.
Il calicanto ha già finito da tempo di fiorire, come pure il gelsomino di S. Giuseppe.
I bulbi si slanciano verso l’alto, dovunque ci sono le viole mammole e le primule gialle, per non parlare della scarpata dove quest’anno, non si sa bene perché, il pyracanta è pieno di bacche rosse. Soltanto oggi ho visto alcuni passerotti che si infilavano e tentavano di beccare qualcosa. Gli altri anni a dicembre era tutto pelato. Mi ricordo Viatori che un giorno disse “No lo voio più, no go miga de darghe de magnar ai merli!”. Quest’anno invece è pieno di bacche come l’agrifoglio e la nandina.
Ma la nandina non deve piacere agli uccellini: tutti gli anni esce dall’inverno e mantiene le bacche finchè non sbocciano le pannocchie fiorite. Intanto cominciano a imbiancare i bordi delle aiuole i robusti iberis e più in là si fanno ammirare le bergenie.
È comunque un inverno strano: strano o no contemplo sempre le graminacee: il miscanto mantiene i suoi ciuffi, la hakonechloa ha un colorre rossastro, la poa si allarga gentilmente sul prato. Non occorre la neve per rendere singolare il paesaggio.
E intanto le euforbie buttano fuori i boccioli e aspettano un raggio di sole per allargarsi in tutta la loro bellezza.
Ma non è primavera… quella deve venire…