Giardinaggio stagionale: i lavori in giardino
gennaio – febbraio
Ho appena letto, su una nota rivista, l’articolo dedicato ai lavori del mese di gennaio, per avere qualche spunto ma i suggerimenti li ho trovati troppo generici, lontani della realtà climatica della nostra regione, praticamente non in sintonia con le mie necessità. Non mi resta che fidarmi della mia esperienza e raccontare ciò che faccio in questo periodo sperando possa essere utile a qualcuno.
Durante la pausa invernale, in un giardino come il mio, dove le rose sono protagoniste, sicuramente molto tempo è dedicato solo a loro. La potatura è un lavoro lungo e impegnativo che va gestito secondo il tipo di rose ma……ora c’è altro da fare. Prima di prendere le forbici, controllo quali sono i rosai che hanno bisogno di essere puliti alla base perché invasi da edera o lonicera ed altre erbacce. Solitamente sono le rose più grandi, dove gli uccelli abbandonano i semi delle bacche che mangiano. Questo problema può sorgere alla base di alberi ed arbusti di ogni genere. Non resta che munirsi di attrezzi adatti, tanta pazienza e intervenire.
La pulizia dei ceppi dei rosai mi permette anche l’apporto di terra nuova, pulita, alla quale mescolo terriccio di compostaggio o stallatico. Tutto va a coprire la base dei rami come un monticello. Questa pratica, ho notato, permette l’emissione di nuove radici da parte dei rami giovani e il degrado del legno più vecchio e quindi l’affrancamento dal portainnesto. Non tutte le rose hanno questa possibilità ma molte, anche fra le moderne, ci riescono.
La pulizia dei ceppi e l’apporto di nuova terra mi hanno permesso di ringiovanire e recuperare molte rose già in difficoltà. Ovviamente, l’aggiunta di terriccio con un po’ di concime, meglio se organico, è una pratica utile alle rose ed altri arbusti anche se non hanno bisogno di pulizia alla base.
Approfittando dell’intervento al piede dei rosai, in quelli più impegnativi, procedo anche all’eliminazione di tutti i rami secchi con seghetto o troncarami. Per togliere i sarmenti dell’edera utilizzo un attrezzo che ricorda un artiglio. E’ un lavoraccio e bisogna far attenzione a non graffiare la corteccia delle piante. Finito il lavoro alla base, ci si può dedicare alla potatura con forbici affilate e pulite, necessariamente lunghe, adatte per i grandi arbusti. Questo è anche il periodo in cui riempio gli scavi di estrazione delle piante, eliminate per vari motivi, con terra nuova fresca. Alla fine di febbraio il terreno si sarà assestato e potrò procedere a nuove piantumazioni. Ho tutto il tempo per decidere quali piante inserire, intanto si continua nella raccolta delle foglie per i cinque composter che ho dislocato in luoghi diversi, in un giardino il terriccio non basta mai.
Durante questi lavori che si possono definire “giardinaggio pesante” mi fa compagnia un assistente molto attento, dallo sguardo penetrante. È sempre presente quando mi muovo in giardino, col suo giubbetto verde palude e il panciotto rosso mattone, tanto che ho deciso di chiamarlo “Robin”