Qualche cosa sulle acidofile
Nei meandri del mio computer, durante un illusorio tentativo di fare ordine, ho trovato in una sottocartella di una sottocartella di una cartella (…) una gran quantità di files di argomento giardinieristico di cui mi ero completamente dimenticato. Si tratta perlopiù di articoli tratti da giornali di settore su argomenti inerenti piante del mio giardino o di conferenze registrate e trascritte (magari frettolosamente).
Siccome a qualcuno qualche cosa potrebbe interessare ho pensato di metterli in rete.
Ecco il primo.
Articolo tratto da Vita di Campagna
Sulla maggior parte delle piante acidofile, appena i rigori dell’inverno si attenuano e cominciano ad arrivare le prime avvisaglie della primavera, sbocciano i fiori; primi tra tutti quelli di camelie e pieris, a cui seguono quelli di skimmie e azalee ed infine rododendri. Queste piante portano il bocciolo fiorale sul ramo prodotto l’anno precedente ed il risultato della fioritura è frutto dell’anno appena trascorso. Una fioritura precoce o tardiva, abbondante o povera, con fiori di dimensioni grandi o piccoli è lo specchio ed il risultato delle cure colturali e degli eventi climatici a cui la pianta è stata soggetta per tutto l’anno. Non potete quindi, all’ultimo momento modificare l’andamento della fioritura, la quale avviene anche in mancanza di concimazioni, in quanto il fiore è già preformato all’interno della gemma fiorale: bastano una temperatura mite e un buon livello di umidità a farle sbocciare. Assicuratevi quindi che le piante siano sufficientemente irrigate in questo periodo e non soffrano per mancanza d’acqua.
Verso la fine della fioritura le piante sono già pronte per la fase vegetativa: le gemme si rigonfiano, le prime foglie si srotolano ed il germoglio infine si allunga e distende le foglie completamente. Questo è il periodo più delicato in cui le piante hanno bisogno delle migliori cure colturali.
Potatura
Si può intervenire con questa operazione tra la fase delle fioriture e quella della produzione dei nuovi germogli (spesso si tratta di pochi giorni o addirittura le due fasi possono sovrapporsi).
Esistono tre tipi di potatura: di allevamento, quando la pianta è piccola, deve assumere forma e portamento desiderati, deve irrobustire i rami ed infoltire la chioma; di contenimento, quando la pianta già matura deve essere contenuta o diradata nella chioma; di ringiovanimento, quando la pianta è in fase di invecchiamento ed ha bisogno di acquistare nuovo vigore.
Concimazione. La fase vegetativa viene avvantaggiata, oltre che dall’apporto d’acqua (mantenete sempre il terreno umido ma non inzuppato), anche dalla somministrazione di fertilizzanti ed ammendanti.
Se il terreno non è abbastanza fertile e vi è un’evidente mancanza di sostanza organica, è possibile intervenire somministrando ammendanti come la torba bionda (nella dose di 20-30 litri per piante piccole e 40-50 litri per piante adulte), che preferibilmente va interrata, o applicata alla base della pianta se vi è il pericolo di rovinare il capillizio radicale di superficie: questa operazione incrementerà la sostanza organica, migliorerà la struttura del terreno e abbasserà il Ph (reazione) del terreno sino a 5, 5-6, 5 garantendo l’acidità necessaria alla crescita delle piante. Questo è il periodo ideale anche per correggere il valore del pH. Se la crescita è stentata e le foglie sono troppo gialle, con venature più scure, si tratta di clorosi ferrica, dovuta al pH troppo alto (maggiore di 6,5) o alla presenza di calcare. Intervenite preferibilmente con prodotti chelanti, come il Sequestrene (chelati di ferro alla dose suggerita sulla confezione), che, oltre ad aumentare l’acidità del terreno, rendono gradualmente disponibile il ferro, sostanza basilare per la fotosintesi clorofilliana e per il verde intenso della vegetazione.
La fertilizzazione, infine, è necessaria soprattutto in questo periodo per migliorare la vegetazione e la lignificazione future.
In piena terra, dopo la fioritura potete somministrare alle piante concimi contenenti anche microelementi, preferendo quelli con aggiunta di concime organico, come guano del Perù o cornunghia (50 grammi al metro quadrato). Oppure potete utilizzare concimi specifici per acidofile presenti in commercio dimezzando le dosi suggerite sulla confezione.
Nel caso di coltivazioni in vaso, potete scegliere prodotti a lenta cessione che possono avere durata per un intero anno in una unica somministrazione. I microgranuli di questi prodotti rilasciano le sostanze fertilizzanti gradualmente e riforniscono la pianta del giusto nutrimento senza pericolosi eccessi o insufficienze. Questi prodotti (tipo Osmocote) possono essere miscelati in ragione di circa 2-3 grammi ogni litro di terriccio. In alternativa potete applicare direttamente il prodotto sulla superficie del terreno, interrandolo leggermente, oppure utilizzare i cilindretti di granuli da infilare direttamente nel terreno (uno per pianta).
Interventi fitosanitari
In presenza di condizioni ambientali fredde e con elevata umidità, conseguenti a piogge e nebbie, le fioriture di azalee e rododendri sono esposte alle infezioni di muffa grigia (Botrytis cinerea). Sui fiori colpiti si manifestano dapprima piccole macchie decolorate con successiva necrosi e marcescenza dei tessuti. Questi processi si estendono poi all’intero fiore, sul quale si sviluppa una muffa grigia costituita dalla vegetazione (micelio) del fungo.
Si possono contrastare le infezioni della suddetta malattia realizzando un trattamento fogliare con thiram-49 (ad esempio Pomarsol 50 WG Bayer CropScience, nocivo), alla dose di grammi 2,5 per litro d’acqua.
Bisogna poi asportare ed eliminare le parti vegetative malate, per ridurre i rischi di nuove infezioni.
In presenza di avvizzimenti vegetativi interessanti una parte della vegetazione e non conseguenti a rotture di natura meccanica, esistono fondati sospetti che la pianta sia interessata da marciumi del colletto e delle radici causati dal fungo Phytophthora cinnamomi. Le piante colpite da questa avversità presentano un imbrunimento dei tessuti a livello del colletto, meglio evidenziabile con l’asportazione di una sottile fetta di corteccia. In presenza dei suddetti sintomi distribuite nel terreno fosetil alluminio-80 (ad esempio Aliette Bayer CropScince, irritante) alla dose di grammi 10 per metro quadrato. Interrate il preparato con una leggera lavorazione del terreno ed effettuate un’irrigazione affinchè il prodotto scenda fino alle radici. Ripetete poi l’intervento altre 2-3 volte, alla distanza di circa un mese tra un’applicazione e quella successiva.
La potatura di allevamento, contenimento e ringiovanimento delle piante acidofile
(nelle foto pianta di camelia)
La potatura di allevamento consiste soprattutto nell’accorciare i rami più lunghi e nel favorire l’accestimento della pianta stessa, cioè lo sviluppo delle gemme laterali e l’infoltimento della vegetazione. Raccorciate quindi i rami troppo vigorosi, tagliando le loro estremità all’altezza di una gemma ascellare, vedi freccia (A): si svilupperanno i rametti laterali e il ramo principale si rafforzerà; le giovani piante infatti tendono a filare e quindi necessitano di interventi che le facciano meglio accestire.
La potatura di contenimento si effettua su piante già formate per migliorarne la crescita e l’aspetto estetico. Raccorciate i rami più lunghi all’altezza di una gemma laterale, come nel caso della potatura di allevamento, o all’intersezione con un altro rametto più corto. Parallelamente intervenite per sfoltire un po’ la chioma: diradate i rami, tagliandoli all’intersezione con un altro ramo. La potatura di ringiovanimento diventa necessaria quando per qualche anno non è stata effettuata la potatura di contenimento, per cui la vegetazione si impoverisce, i rami più interni muoiono, la pianta perde forma e non produce più germogli vigorosi. A questo punto è necessario intervenire più radicalmente. Si accorciano i rami più grandi con tagli importanti che dipendono dalle dimensioni delle piante. Su piante vecchie di qualche decina d’anni si possono effettuare anche tagli di rami di 10-12 cm di circonferenza. È sempre preferibile tagliare i rami alla biforcazione con altri rami e, se possibile, effettuare tagli obliqui (B) che facilitino l’allontanamento dell’acqua ed impediscano l’instaurarsi di marciumi. Sulla superficie di taglio è meglio applicare, subito dopo il taglio, del mastice da innesto, vedi freccia (C), assicurandosi precedentemente che il taglio sia pulito: in questo modo si eviteranno marciumi e la disidratazione del legno con conseguenti spaccature.