Una visita indesiderata
…e scrivi che ti passa, magari ne esce qualcosa di interessante
Mi ha detto così, chi mi è sempre vicina. A pensarci bene credo che molti appassionati e proprietari di giardini avranno chissà che avventure da raccontare. Passi per le solite cose come malattie fungine, infestazioni da parassiti, piante recalcitranti ad attecchire, troppo secco, troppo bagnato; sono cose che capitano a tutti.
Se parliamo invece di visite di animali come fagiani, lepri, ricci e piccola selvaggina in genere, il fatto può essere abbastanza comune in alcuni giardini; non certo in tutti perché si suppone un ambiente inserito in un contesto naturale come vicinanza di boschi, terreni incolti e corsi d’acqua. Pochi possono raccontare di incontri con la volpe o il capriolo nel proprio giardino ed è giusto anche che si vantino di ciò. Meno contento è chi si è accorto che le proprie piante sono diventate meta ambita delle scorribande notturne dei cinghiali.
Bene, nel mio giardino, sono passati e ci sono ancora tanti animali, mi mancano ancora la volpe e il cinghiale ma posso farne benissimo a meno. Ragionevolmente si può pensare che i tipi di animali che si possono incontrare nei giardini siano più o meno quelli di cui ho parlato ma provate ad immaginare in mezzo ai vostri fiori un toro….!! Libero, dall’aria minacciosa e spaventata.
Una bestia dal manto bianco e rosso ocra, di otto-nove quintali, alto al garrese come un uomo e grande come un furgoncino. E’ lo spettacolo che mi sono trovato davanti un mattino di rientro dal turno di notte: un toro a spasso tra i rosai!!
Quasi subito sono arrivati i proprietari dell’animale e mi hanno raccontato che lo stavano inseguendo da ore attraverso i campi. Per scappare dalla stalla aveva rotto una catena che avrebbe bloccato un trattore. Hanno provato a blandirlo con pastone di farinacei, pane inzuppato nel latte, tutto inutile. L’animale non si era lasciato avvicinare e si era rivelato anche pericoloso. Speravano di bloccarlo nel giardino, io intanto ensavo a chissà quante piante sarebbero volate nel paradiso dei vegetali. Fatto qualche vano tentativo di accerchiamento, il toro si era infilato tra la struttura che contiene il materiale di compostaggio e la rosa rampicante “Danse de Feu” che ebbe spezzati diversi rami ma resistette.
I contadini quindi riuscirono a passare a mò di lazo una robusta corda attorno al collo del bovino, l’altro capo della corda attorno al tronco di una giovane quercia lì vicino. Così, bloccato l’animale, poterono mettergli un sacco sulla testa e coprirgli gli occhi, ciò lo calmò quasi subito. Con cautela, accorciando la corda il toro venne saldamente legato alla giovane quercia che si muoveva come una canna di fiume al vento.
Il proprietario dell’animale mi disse che sarebbero dovuti entrare nel giardino con il trattore e poi legare dietro la bestia e lentamente portarlo fuori.
Mentre guardavo la quercia che si agitava per gli strattoni dissi che l’unica via buona era per forza quella più breve.
Il trattore in questione era un mezzo di quelli che, se lo si incontra per strada, occupa una corsia e mezza e voi in macchina non sapete dove andare.
Per farla breve, il bestione con le ruote passò tranquillamente il fosso di sgrondo, salì sopra e schiacciò come un cespo di insalata un arbusto di “pyracantha” di almeno due metri per due, che faceva parte della siepe perimetrale del giardino. Infine con toro a rimorchio se ne andò per la strada da dove era venuto. I proprietari dell’animale biascicando un saluto se ne andarono e tutto finì lì.
Nei giorni che seguirono non si fece vivo nessuno, mi ero immaginato almeno un segno tangibile di risarcimento per i danni, un ringraziamento…niente.
Già! Il giardino è di chi ha tempo da perdere, secondo qualcuno. La gratitudine umana, invece, è una pianta molto difficile da trovare.