Vita da giardinieri di Paola e Daniele
Cari amici giardinieri,
ci presentiamo ai nuovi iscritti e anche a chi già ci conosce con il nostro Curriculum Verde che ha preso fatalmente una piega scherzosa necessaria dopo una giornata di “duro” lavoro in giardino…
Paola cercava una terra in collina
poi vide, in quel di Moruzzo
un luogo cui il sole arrideva,
riparo dietro alle spalle
il pendio concedeva:
“Lì certo potrò costruire
il giardino che voglio” si disse,
Daniele pian piano annuiva.
Da quel giorno -egli non ancora sapeva-
nasceva un progetto un po’ folle
dei cinque continenti la flora
provare si volle
“questo non ce l’ho” ella diceva
e delle rose
s’innamorava
mentre Daniele potava
le fronde spinose
e intanto del caos
si angosciava.
“No no, a me piace così”
e dell’uomo e la donna
la diversa visione
prendeva forma e sostanza,
e intanto neanche una vacanza.
“Si deve bagnare, che soffre
la pianta novella”
intanto le erbacee perenni
allignavano ovunque
i semi schiudevano tutti
i cani facevano i buchi
e noi anche
scavando e scavando finiva la terra…
“Toh, si vende un pezzo qui sopra
è tutto in salita
pazienza: di cistus di salvie e piante infinite
faremo le prode fiorite…”
Daniele intanto
l’impiego lasciava
ma il peggio lavoro
ancor lo aspettava.
“Oh pover’uomo, che cosa
avrò fatto?” lui si chiedeva.
Intanto la Lida le cassette piene portava
di bulbi, piante e ogni cosa
e la natura era sempre più rigogliosa.
Ormai del tutto invasata
ogni fatica per lei era subito acqua passata;
la canna da pesca archiviata
sci tv e il resto roba annullata
lui invece fremeva
e vendetta giurava,
ma i giorni erano dolci
gli amici vecchi e nuovi vicini
portavano doni e consigli
e vuoi che le piante io
non le pigli?
“Facciamoci l’orto
almeno si mangia”
Daniele consiglia
ed anche il laghetto
perché, se di pescare più non si parla
almeno Rosina,
di casa l’amata gattina,
di prede ne avrà ogni mattina,
tra cince, oseletti e pesciolini
nonché di campagna i topolini.
Il tempo è passato veloce,
di ogni stagione
ogni fiore è la voce,
si compie il miracolo ancora
l’attesa le pause riempie.
Vecchi fanciulli
nella selva si aggirano ormai un po’ citrulli…
son loro, la Paola e Daniele!
“Amore sì, ma ogni tanto
mi sento un santo
e di brandir la motosega mi viene voglia…
Che la peste ti colga!”
Però lui non lo dice
del suo giardino è in fondo orgoglioso
e intanto lei zitta zitta
sparge semi qua e là
fino a quando
non si sa.